Tracce di biodiversità

Mi trovo nella valle del Celone, qui fermo sul bordo della strada provinciale 130 che si snoda tra dolci colline. Il tramonto incombe e l’oscurità, come un mantello, lentamente ricopre anche la mia ombra che si allunga trasformandomi in uno scuro informe gigante…
Davanti a me si staglia un’altura dove il verde grano ondeggia rompendosi ai piedi di solitarie querce dai rami ancora nudi… ultimi resti di una storia antica dove il bosco dominava, prima che l’uomo rimodellasse il paesaggio, inizialmente mediante la pastorizia e poi con l’agricoltura…
Ma ora che la notte ha vinto la sua quotidiana guerra con la luce, si spegne anche il lontano abbaiare di un cane da masseria e, come per incanto, le ferite prodotte da generazioni di uomini spariscono, avvolte dalle ombre portate dal vento freddo.
Prima che la luna faccia capolino tra nubi pesanti cariche di pioggia, le lontane tremolanti luci delle masserie assumono le forme di antiche presenze e queste ondulate colline vincono la maledizione del tempo, riconquistando il loro antico splendore di infinito spazio vuoto…

Vincenzo Rizzi